lunedì 19 settembre 2011

I potenziometri servono a qualcosa

Dice Wikipedia (fonte ormai indiscussa di onniscenza...ricordo alle medie quando dovevo fare le ricerche era un dramma):

Il potenziometro è un dispositivo elettrico equivalente ad un partitore di tensione resistivo variabile (cioè a due resistori collegati in serie, aventi la somma dei due valori di resistenza costante, ma di cui può variare il valore relativo), difatti una sua parte viene disposta in parallelo al carico utilizzatore.

In parole semplici è una manopola, come quella del volume di una chitarra o di un parametro di qualsiasi altro strumento/mixer nello specifico musicale, che regola un valore.

Sopportiamo (butto anche 900 in mezzo) poco quando chi "preme play" dice "sto andando a suonare stasera", sopportiamo ancora meno il teatrino che si monta quando, giusto al passaggio di ritmo, o di pezzo o di chissà che, si avvicinino le mani alla consolle, si stritolino due potenziometri qualsiasi (sempre comunque vicini e paralleli, sia mai che uno è da un lato del mixer e uno dal lato opposto), manco fossero capezzoli turgidi, e si comincia a fare una cosa non ben identificata che comporta la rotazione, spesso in senso antiorario per il destro e orario per il sinistro, degli stessi. Ho visto DJ, o Selector o come diamine si vogliono fare chiamare, quasi entrare in estasi con quei capezzoli a forma di potenziometro sotto le mani, ma alle mie orecchie il suono non cambiava, né in equalizzazione, né in particolari effetti che potessero essere sviluppati da un comunissimo mixer bi entrata con miscelatore centrale. Poi, curiosamente, nell'arco della serata gli "effetti" dei suddetti potenziometri sono i più disparati: aumentano il rate del solo rullante, rallentano dimezzando matematicamente il pezzo proprio 4/8 battute prima dell'inizio del di un cambio di ritmo (so perfettamente che esistono consolle in grado di farlo, e sono più che convinto che non si utilizzi un potenziometro di tipo equalizzazione per farlo, tra l'altro sempre lo stesso!), aumentano o diminuiscono il rate di flanger (ammesso che si sappia cosa sia un flanger ed il suo funzionamento).

Sono saturo della massa di pecore che idolatra persone che in realtà sono solo brave a scegliere comodamente a casa propria i pezzi che qualcun altro, probabilmente molto più fantasioso di loro, ha creato. Non sto qui a sindacare su come si debbano passare tutti i venerdì, sabato e domenica della settimana (anche se francamente andare sempre nello stesso posto, ad ascoltare sempre la stessa musica, sempre con le stesse persone e farsi fare sempre le solite foto con sempre le solite pose, mi risulta un pelino demotivante). Passarsi una serata ballando è un tocca sana per chi piace, ma attenzione, suonare è ben diverso.

Lunge da me criticare i produttori dei brani che si ballano, la loro ricerca dei suoni è invidiabile (ascoltatevi i TI.PI.CAL. , band di Gela che negli anni 90 raggiunse livelli altissimi di dance, The colour inside è il loro pezzo più famoso e tuttora spaccano).

Sveglia gente, sveglia.

Paul Izzie

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